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Contouring: cos’è e come si fa
Il Contouring, questo grande sconosciuto! Vi offriamo uno studio interessante di Stefano Anselmo che parla proprio di questo: ovvero il potere dell’ignoranza!
Quando nasce il Contouring?
È stato scoperto il Contouring: alleluia! In questi anni appena si tocca l’argomento make-up, emerge immediatamente la parola magica: Contouring, Contouring, Contouring. I tutorial ne sono intasati, sedicenti truccatori ne sbandierano la conoscenza come vessillo di un segreto finalmente rivelato a noi tutti, comuni mortali. Qualcosa di simile a ciò che è avvenuto col famigerato Cerone, magico cosmetico legato al trucco delle star del cinematografo. Ancora oggi il termine Cerone evoca misteri e magie hollywoodiane: la gente ha fantasticato per interi decenni e in parte continua a farlo, immaginando un fondotinta fatato, capace di appianare rughe e nascondere qualsiasi imperfezione cutanea. Niente di più falso, ovviamente.
Da dove deriva il suo nome?
Il nome deriva dalle stecche di cerone usate, soprattutto nel trucco teatrale, prodotte per lo più in nero, giallo, rosso, blu, ecc, e avvolte in una stagnola protettiva. Le stecche di cerone, vanno scaldate con le mani e usate così come sono o miscelate tra loro o con altri prodotti simili sempre a base di cere e pigmenti. Del resto ancora oggi i fondotinta compatti o in stick, sono formulati con olî, ma soprattutto cere, di vario genere. E, visto che siamo in tema, è bene ricordare che i fondotinta più coprenti in assoluto, sono quelli creati per il “Maquillage Camouflage”.
Cos’è in realtà il Contouring?
Si tratta di un termine inglese derivante dal francese contour, contorno, che indica, nella fattispecie, il contorno del viso. Con esso ci si rifà a una tecnica molto antica, spacciandola come ultimo ritrovato, novità assoluta, avanguardia di bellezza del terzo millennio. Il Contouring che sarebbe più semplice e appropriato chiamare chiaroscuro, o modellatura chiaroscurale ha origini ben più antiche.
Verso la fine degli anni ’20, quando la qualità delle pellicole cinematografiche, ancora in bianco e nero, era migliorata rispetto a quelle precedenti, i truccatori adattarono le tecniche di ombreggiature teatrali, già sperimentate per secoli da attori e teatranti, adattandole al trucco cinematografico, ben più accurato e naturalistico. Grazie al chiaroscuro, la gamma dei grigi risultò ampliata e, in particolare, si scoperse che il colore rosso, in particolare, consentiva una “lettura” migliore conferendo al viso maggiore plasticità e pregnanza. Da qui l’uso di preferire fondi piuttosto rossicci sulle tonalità del terracotta chiaro.
Chi ha inventato questa tecnica del Chiaroscuro?
Sembra siA stato il signor Max Factor a iniziare a modellare il viso apponendovi luci e ombre. Infatti, se esaminiamo il trucco di Marlene Dietrich, celebre attrice degli Anni ’30, seguita da Factor fin dagli esordi, notiamo un gioco di luci e ombre, abilmente dipinto (figg…): i lati del viso sono scuriti; le guance appaiono incavate da sapienti ombreggiature eseguite nel perfetto rispetto della conformazione anatomo-scheletrica dell’attrice; il suo naso appare sfilato da lievi ombre poste ai lati, mentre il dorso è illuminato da un colore translucido ottenuto con una sorta di ombretto perlato ante-litteram. Gli occhi approfonditi da ombre intense, anch’esse, non raramente translucide. Del chiaroscuro, ne fecero uso tutti i bravi truccatori, proprio perché è, da sempre, parte fondante del trucco.
Molcianowski nel suo libro “Come si Truccano…” (Hoepli, 1930, pag 63) scrive: “Il viso umano è fatto di sporgenze e di rientranze (…). I colori scuri incavano, i colori chiari fanno risaltare (..). Si può, fino a un certo punto ingrassare o arrotondare un viso magro, schiarendo le guance e scurendo tutti i punti troppo spigolosi.” Più o meno negli stessi anni, l’italiano Emilio Della Brida afferma: “In questi tempi molto si è scritto sull’arte della truccatura. In una cosa tutti sono d’accordo e cioè che ogni parte del viso si rialza coi colori chiari e rientra invece con quelli scuri” (Arte e Tecnica della Truccatura, Editrice Serafino Majocchi, metà Anni ’30, c.ca, pag 64).
Oggi invece cos’è la tecnica del Chiaroscuro e come si fa?
In molte scuole di trucco italiane si insegna a eseguire pedissequamente e indiscriminatamente su tutte le facce marcati chiaroscuri buoni solo per una Drag Queen (che in genere si fanno dei trucchi accuratissimi ma molto vistosi), chiamandoli pomposamente Contouring (chiaroscuro). Di solito il procedimento prevede:
- ombreggiatura ai lati del viso dalla tempia alla mascella,
- ombreggiature in marrone scuro delle guance dall’esterno verso l’angolo della bocca,
- sottolineatura della linea mandibolare,
- ombreggiatura delle pareti laterali del naso dalle sopracciglia alla punta,
- ombreggiatura della parte alta della fronte,
- applicazione di punti luce sul centro della fronte, sul dorso del naso, sul mento e non raramente sugli zigomi.
Il tutto applicato “alla cieca”, senza minimamente tener conto della morfologia della faccia. Ecco che un viso magro viene scavato ancora di più, un naso lunghetto, diventa lunghissimo, una fronte bassina diventa quella di un microcefalo, su guance pienotte compaiono imbarazzanti aloni scuri a mo’ di barba mal rasata, e così via.
Riferimento frequente è Kim Kardashian, l’attrice-modella e pornostar statunitense, nota anche per il suo maquillage sofisticato, tema di numerosi tutorial creati da ragazzine neofite del trucco. É un segno dei tempi, il portato del nostro momento storico dove la realtà virtuale sta surclassando quella della vita reale. Una società dove, senza alcuna preparazione tecnica, pur di guadagnarsi un po’ di visibilità (indispensabile nel regno delle Veline e dei Grandifratelli, terribile eredità dell’ultimo ventennio), ci si improvvisa esperte di trucco negando o disconoscendo, di fatto, quanto abbia dato consistenza, concretezza e rispettabilità a una professione non raramente associata a quella di piazzisti o di vacui e bizzarri artistucoli anziché di normali e rispettabili professionisti.
Quindi, per concludere: ecco spiegato in maniera professionale il significato della tecnica del Chiaroscuro!
Che poi, a pensarci bene, Contouring è anche trucco degli occhi, trucco della bocca, correzione delle sopracciglia… E perché no, anche scelta dell’acconciatura e, perfino degli accessori. Mi spiego: se per Contouring intendiamo la modellatura del viso finalizzata a riscriverne la mappa volumetrica, per estensione, potremmo includere tutte le operazioni che consentono di raggiungere questo risultato. Infatti sappiamo benissimo che modificando le dimensioni degli occhi, la posizione, e la forma dell’arco sopraccigliare, le proporzioni del viso cambiano; tant’è che operiamo questi cambiamenti proprio con l’intenzione di modificarle migliorandole.
Lo stesso dicasi per l’acconciatura quasi sempre scelta per creare volumi utili o per nascondere parti poco gradite, così come la stra-risaputa scollatura a V, che slancia la figura nella parte alta. Ma allora tutto è Contouring. Molti dei nostri gesti quotidiani lo sono. Verissimo: e anche i maschi si pettinano (calvizie permettendo) o si modellano la barba per ottenere un certo risultato estetico (snellire il viso, conferire una linea più volitiva alle mascelle, nascondere il doppio mento, ecc.
Ma sì, del resto, come dimenticare che durante il periodo Gotico, c’era chi, non accontentandosi degli abiti con lo strascico e della vita alta sotto il seno, si radeva le sopracciglia e parte della fronte e indossava cappelli a cono per rimodellare con un Contouring snellente tutta la figura?
Una raccolta di immagini per voi:
Fig. A
Un maquillage eseguito su Luana Amendola unicamente con chiaroscuri: lati del viso, naso, occhi e palpebre; c’è chi lo chiama Contouring. Il suo volto di mi suggerì un maquillage che evidenziasse la suddivisione dei piani del suo viso. In luce fronte, dorso del naso e triangolo centrale col vertice sul mento e base appoggiata sulla linea che unisce gli zigomi passando per gli occhi. Non un maquillage vero e proprio, ma l’accentuazione delle luci e delle ombre che la sua faccia forma quando viene illuminata da un’unica fonte morbida frontale e leggermente dall’alto. Per la fotografia intervenne Nicola Sinopoli; non un fotografo qualunque: durante le sue lezioni, infatti, cita la luce del Caravaggio o di Leonardo. Dunque, il professionista ideale per ritrarre Luana con mio maquillage chiaroscurale.
Fig. B e C
Marlene Dietrich col maquillage chiaroscurale di Max Factor.
Fig. D
Su questo dipinto d’epoca rinascimentale il “contouring”, tecnica prettamente pittorica, è ben visibile. Francesco Raibolini, Madonna con bambino.
Fig. E
Una sequenza di “contouring” datata 1930.
Fig. F
Gli schemi per la corretta ombreggiatura del viso secondo i Westmore, vera e propria dinastia di truccatori; dal patriarca George (1902-1940) fino a Frank C. Westmore (1923-1985), per un totale di quasi una ventina di maestri.