Festa della Donna: le origini.

Festa della Donna: perché si festeggia l’8 Marzo?

Quali sono le origini della Festa della Donna? Scopriamo insieme il perchè si festeggia attraverso un’alfabeto di donne nella storia!

Le origini della giornata internazionale della Donna: 8 marzo.

Nell’ampio panorama delle festività internazionali, l’8 marzo occupa un posto di rilievo come giornata dedicata alla celebrazione della donna. Questo giorno, conosciuto come la Festa della Donna, commemora la lotta delle donne per l’uguaglianza di genere e i loro diritti. 

Ma perché proprio l’8 marzo? Quali sono le radici storiche di questa festività e perché è importante mantenerne viva la tradizione?

Le radici storiche: la tragedia

Per comprendere appieno il significato dell’8 marzo, è fondamentale esaminare le sue radici storiche. La data è stata scelta in ricordo di un evento cruciale avvenuto nel 1908 a New York: lo sciopero delle operaie tessili della Triangle Shirtwaist Factory. Queste donne, molte delle quali immigrate, protestavano contro le terribili condizioni lavorative, che includevano ore di lavoro estenuanti, bassi salari e un ambiente lavorativo pericoloso. Lo sciopero si concluse tragicamente con un incendio nell’edificio in cui molte operaie persero la vita. Questo evento ha rappresentato una pietra miliare nella lotta per i diritti delle donne e ha contribuito a sollevare consapevolezza sulla necessità di migliorare le condizioni lavorative e sociali femminili.

Giornata Internazionale della Donna

L’8 marzo è stato ufficialmente riconosciuto come Giornata Internazionale della Donna nel 1910, durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne tenutasi a Copenaghen. Da allora, questa giornata è diventata un momento significativo per riflettere sulle conquiste delle donne e per continuare la lotta per l’uguaglianza di genere in tutto il mondo.

La celebrazione dell’8 marzo non è solo un’occasione per commemorare le conquiste passate, ma anche per riaffermare l’impegno verso un futuro più equo e inclusivo per le donne

Ancora oggi, in molte parti del mondo, le donne affrontano discriminazioni, disparità salariali e violazioni dei loro diritti fondamentali. Pertanto, è importante continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica su queste questioni e a promuovere azioni concrete per promuovere l’uguaglianza di genere.

L’alfabeto delle Donna nella storia a cura di Stefano Anselmo:

Cherchez la ferme (Joseph Fouchè)

Cantami o diva, musa o donna mortale, delle tue gesta e della tua storia! Chissà se Omero si è rivoltato nella tomba… speriamo di No. Come forse si è già capito, desidero fare un omaggio alla Donna. Anzi alle donne, accompagnandovi in un viaggio evocatore incontrando personaggi noti e meno noti che, come si suol dire, hanno lasciato “il segno” per tenacia,  sagacia, fascino, determinazione; o semplicemente per la loro disarmante bellezza. Certamente l’elenco, lungi dall’esser completo necessiterebbe di molto più spazio. E non posso di certo vantarmi di aver inserito tutte le grandi donne che ne avrebbero avuto diritto. 

Soprattutto di questi tempi, quando in politica il testosterone sembra creare grossi problemi, chissà mai che mani femminili siano più riflessive e meno guerrafondaie. 

A  

Amazzoni: esercito composto di famigerate “invincibili” guerriere, dal generale all’ultimo soldato; donne che portavano il seno fasciato e appiattito da un  tessuto legato molto stretto. Il potentissimo regno del Benin che durò un migliaio di anni, nel 1500 controllava tutte le vie di traffico conosciute (è del 1486 il primo contatto con gli europei). Strutturato in modo complesso e avanzato non dissimile dalle corti rinascimentali europee, fu il maggiore produttore di oro prima della scoperta dell’America. Grazie alle sue amazzoni il Benin controllava il commercio della maggior parte dei paesi del continente. 

Arden Elizabeth: Imprenditrice e vestale della bellezza (1878-1996). Introdusse, per la prima volta, il concetto di bellezza totale. Nel 19°7 aprì  il primo salone di bellezza a New York, poi a Londra, Parigi e Nizza: tutti contrassegnati dalla inconfondibile “red door”, la porta rossa attraverso la quale si accedeva agli istituti Arden diventati, negli anni ’50 e ’60 un simbolo  per il mondo del jet-set, delle star internazionali e di tutte le donne consapevoli dell’importanza  del loro aspetto esteriore. Nel 1960 alla sua morte, la compagnia aveva un giro d’affari di 60 milioni di dollari all’anno e 40 saloni sparsi in tutte le principali città del mondo. Life Magazine l’ha  inclusa nel gotha dei cento americani più importanti del XX secolo.

Aspasia: l’ispiratrice di Pericie, famoso politico e statista ateniese (495-429), scrisse due volumi sulla cosmesi che purtroppo andarono perduti.

Baker Josephine: cantante e ballerina (1906- 1075). Divenne celebre nei night club di New York City all’inizio degli anni Venti. Verso la metà dello stesso decennio si trasferì in Francia, a Parigi, dove introdusse il pubblico europeo alla musica e alla danza afroamericana. Famosa “Venere nera”, contribuì col suo fascino, a far capire al mondo che bellezza e pelle scura, non erano più incompatibili. Adottò 12 bimbi, tutti di nazionalità diverse. Quando morì, le fu concesso, caso unico nella Francia, l’onore di 21 salve di cannone, riservato di solito ai capi di stato. Venne seppellita con la Legione d’Onore e la Croce di Lorena concessale da De Gaulle per i servizi antinazisti resi durante la seconda guerra mondiale.

Bardot Brigitte: attrice (1934). Si impose come nuovo sex symbol col personaggio di ragazza acerba e piccante. Conquistò il pubblico maschile e divenne modello da imitare per quello femminile. Il suo stile influenzò la moda degli anni ’60: bocca pesantemente truccata di rosa e capelli lunghi e spettinati come chi si era appena alzata dal letto dopo un incontro amoroso. Essa turbò sensi e coscienze del mondo di allora. Soprattutto dei difensori della pubblica morale i quali, come il dottor Antonio nella storia raccontata da Federico Fellini, cadevano facilmente preda delle tentazioni: non dobbiamo dimenticare che la moda corrente, prescriveva pettinature a casco irrigidite da litri di lacca dove nemmeno una folata di bora triestina sarebbe riuscita a smuovere un solo capello.

Beatrice: ispiratrice di Dante Alighieri, (1266-1290?). La figura di questa donna  tanto gentil e tanto onesta è avvolta nel mistero. Secondo alcune fonti potrebbe trattarsi della figlia del priore Folco Portinari che abitava a Firenze vicino alla casa di Dante. Il nome di Beatrice è rimasto come sinonimo di purezza, colei che accompagnò il divino poeta in paradiso. 

Dante dichiarò di preferire le donne “senza ‘l viso dipinto”. (Divina Commedia, Paradiso”, XV, 114). D’altra parte così decantò il languido pallore di Beatrice nella Vita nova: Color di perle ha, quasi in forma quale convene a donna aver, non for misura”.

Bodo Bridget Giulia: (1986) da sempre attivista politca è la prima ad accuparsi dei diritti civili dei richiedenti asilo LGBT+, fondando l’”AfricArcigay”. Ad oggi il progetto vanta più di 40 attivisti africani, impegnati in attività di militanza, accoglienza, crowdfunding ed incontri formativi nei centri di accoglienza.

Bonino Emma: (1948), è una delle figure più importanti del radicalismo liberale italiano dell’età repubblicana. Dal 2013 al 2014 è stata ministro degli affari esteri della Repubblica Italiana nel Governo Letta.

Borgia Lucrezia: (1480?-1509) a lungo considerata complice di trame, anche cruente, dei suoi potenti congiunti, è stata riabilitata dalla storiografia più recente, che ne ha evidenziato il ruolo passivo nei progetti politici della famiglia. Tratto saliente della sua figura è in realtà quello del mecenatismo, che esercitò soprattutto nella sua corte di Ferrara.

Boudica o Boudicea: regina degli Iceni; celtica (60 d.C. c.a). Nella Storia romana di Dione Cassio si legge quanto segue: «Un disastro spaventoso accadde in Britannia. Due città furono saccheggiate, 80.000 romani e loro alleati perirono e l’isola per Roma fu perduta. Aveva comandato la conduzione dell’intera guerra Boudica, una britanna di stirpe reale dotata di grande intelligenza. Era di statura imponente, sguardo ferocissimo, una gran massa di capelli fulvi sciolti sulle spalle; intorno alla sua gola c’era una grossa collana d’oro e indossava una tunica di vari colori con sopra un mantello fermato da una fibbia. Questo era il suo invariabile abbigliamento». 

C

Callas Maria: soprano (1923-1977) Maria Anna Sophie Cecilia Kalogeropoulos nasce a New York  da genitori immigrati dalla Grecia. Il padre apre una farmacia e cambia il cognome in Callas.  

Campbel Naomi: top Model americana (1970). La sua fama internazionale  ha scrollato la mentalità conservatrice e un po’ razzista di certi ambienti borghesi contribuendo notevolmente a diffondere, i canoni della bellezza nera all’interno della cultura occidentale. 

Cereto Laura: latinista (1469-1499). Fu una delle più apprezzate latiniste e donne di cultura della storia.

Chanel Coco: (1883 -1971), impose uno stile sobrio ed elegante dal timbro inconfondibile, rimpiazzando quello poco pratico della Belle Epoque con una moda comoda e funzionale. Celeberrimi e rivoluzionari i suoi “tailleur” (giacca maschile e gonna diritta o pantaloni, ritenuti fino a quel momento, capo d’abbigliamento maschile. Per prima unì Alta Moda e confezione in serie. 

Chatterly Connie: più nota come la Lady C. del celebre romanzo di D.H. Laurencep. Pubblicato nel 1928 andò subito a ruba, sebbene contrario all’imperante retorica fascista e alla sensibilità cattolica. Considerato dai benpensanti osceno, vergognoso e indecente il libro venne sequestrato e processato. L’amore che scoppia improvviso tra la nobildonna e il guardiacaccia, così potente da infrangere tutte le barriere sociali è considerato pornografico dai contemporanei. Oggi il romanzo può far sorridere, perdendo il suo significato scandaloso e trasmettendo unicamente un messaggio di totale anticonformismo, di rifiuto per le convenzioni e le morali precostituite. In sostanza, un messaggio di libertà dei sentimenti. Un inno all’amore, alla gioia, al piacere, alla speranza e un’aperta condanna dell’ipocrisia. Celebre il momento in cui le decora il pube con fiorellini di campo.

Ciccone Madonna Louise Veronica: cantante (1958). La diva, che tutti conosciamo va citata, quale  esempio di grande capacità di  utilizzo della propria immagine, mantenuta in continua evoluzione, quale strumento di propaganda e diffusione della moda.

Cleopatra VII: regina d’Egitto (70 c.ca-30 aC.). L’immagine di Cleopatra, regina e donna, è stata per secoli mistificata e sporcata dalla feroce propaganda romana promossa da Ottaviano. Nonostante ciò a noi è giunta un immagine mitica di donna potente e capace. Dione Cassio la descrive così: “era splendida da vedere e da udire, capace di conquistare i cuori più restii all’amore, persino quelli che l’età aveva raffreddato” Il Kosmeticon, trattato sui cosmetici, pare sia stato compilato da lei. 

Cleopatra
Cleopatra @ web credits

Coccinelle: pseudonimo di Jacques C. Dufresnay (1931 Francia). Probabilmente il primo e storico “trans” dell’era moderna. Considerato più femminile di una vera donna venne paragonato a Marylin Monroe. balzò alla cronaca nei primi anni 60. Diventò donna nel 1958 e si sposò 3 volte: 1960, 1963 e 1966. (c’entra poco con le donne vere? Però visto/a così non si direbbe…) 

Crawford Joan: pseudonimo di Lucille Le Sueur (1904-1977) Attrice. Il suo viso, non sempre bello e dall’espressione sprezzante, si impose tra il ’40 e il ’50: Max Factor creò per lei  sopracciglia enormi e una bocca molto caratteristica, piuttosto larga, disegnata con due semicerchi, ispirata alle bocche degli Afroameriani. 

D

Davis Bette: al secolo Ruth Elizabeth Davis (1908 – 1989). Attrice non bella, ma piena di personalità; ha saputo passare da parti drammatiche a parti brillanti o satiriche, dando ai suoi innumerevoli personaggi uno spessore e una forte vita interiore. Particolare il trucco del labbro superiore “a tutto tondo” che annullava la commessura centrale.

Dietrich Marlene: nome d’arte di KostrzynMaria Magdalena (1901- 1922). Si affermò con L’angelo azzurro, di J. von Sternberg: un regista geniale e un formidabile Pigmalione. I film che egli creò per lei dopo il suo trasferimento ad Hollywood, rappresentano il più bell’omaggio che il cinema abbia fatto a una donna. Max Factor le scolpì il volto coi primi chiaroscuri della storia del trucco  radendo e ricostruendo le sopracciglia  rialzate come non se ne erano mai viste prima.

E

Elisabetta I: regina d’Inghilterra (1533-1603). Rifiutò con fermezza qualsiasi proposta di matrimonio dei più potenti uomini del tempo. Amante del gusto italiano, introdusse in Inghilterra cosmetici e belletti facendo giungere esperti dall’Italia. Cominciò a truccarsi il viso per nascondere le tracce del vaiolo e si disegnava le sopracciglia che, come i capelli, erano molto rade. Presto la moda del trucco si diffuse a corte, diventando strumento di eleganza, tanto che il poeta Richard Crowshow, immediatamente postero alla regina, usò forse per la prima volta, il termine make-up per indicare il trucco del viso.

Fatima: bellissima favorita del sultano Mohamed II a Costantinopoli. Di lei racconta Le Camus ne “l’Abdeker”,  vero best-seller settecentesco. Fatima si innamora del medico di corte Abdeker il quale timoroso che sul viso di Fatima si possano leggere i segni del loro incontro, decide di truccarla introducendola all’arte della bellezza. La storia è un pretesto per la compilazione di un prezioso e dettagliato elenco dei cosmetici più in voga in quel periodo  includendo anche interessantissime ricette. Compresa la descrizione dell’origine dei nei con relativa nomenclatura secondo la posizione assegnata:

Fitzgerald Ella Jane: cantante (19171996). Una delle più grandi cantanti jazz di tutti i tempi, vincitrice di tredici Grammy Awards. L’anno della sua morte, Mina scrisse di lei: “(…) una voce intonata al limite dell’impossibile, lunga e stretta e larga e profonda e estesa come un deserto e trafiggente come  i ghiacci polari e perfetta come qualcosa che non esiste, ma che è solo un desiderio. Una voce che mostra cosa sia il miracolo della musica che unisce la nostra piccola, distratta e fuggevole umanità al bello.” 

Flatcher Adellia: scrittrice. All’inizio del 1900, pubblica a New York, un libro intitolato”The woman beautyfool”. Tratta cultura fisica, corretta respirazione, profumi. Include un centinaio di cosmetici e di formule terapeutiche per tutte le parti del corpo e fornisce disegni dettagliati della donna bella e di quella non molto bella secondo i canoni del periodo.

 Flora: La Toeletta di F.”. Libretto della fine del settecento. Conteneva ricette di bellezza:

“bagnate le sopracciglia con un decotto di noci di galla, quindi fate una soluzione di vetriolo  verde (probabilmente solfato ferroso.) nella quale sia stata sciolta un po’ di gomma arabica, intingetevi un pennello e con esso ripassatevi le sopracciglia. Una volta asciutto vi darà un bellissimo nero intenso”.

G  

Garbo Greta: al secolo Gustafsson Greta (1905 – 1990). È ricordata come il prototipo leggendario della diva e come un eccezionale fenomeno di costume. Abbandonò per sempre il cinema a soli 36 anni. Fece epoca il suo trucco trascinato verso il basso e caratterizzato da un marcato segno grafico a metà palpebra-

Geisha (Gei-Ko o Gei-sha 芸者): donne giapponesi educate in modo molto raffinato nell’arte di intrattenere e affascinare. La conversazione della Geisha è attenta ed elegante e la sua bellezza è insita nella padronanza della canzone, della musica, del ballo, dell’abbigliamento, della raffinata presenza in qualunque occasione. Il suo scopo è la rappresentazione  dell’iki, uno stile. Per noi occidentali potrebbe rappresentare la “grazia” intesa in senso ampio ed estetico. Il suo trucco è complesso: Tutta la pelle esposta è dipinta di bianco meno il  komata  una porzione a forma  di V capovolta lasciata libera, sulla parte alta posteriore del collo, ritenuta focale nell’erotismo della tradizione nipponica. Ciò significa “l’aspirazione alla perfezione della bellezza erotica unita all’arte”. La bocca, disegnata di rosso, deve mostrare rilassatezza e tensione assieme. Gli occhi devono assumere un’espressione che evoca la dolcezza lasciando intravedere opportunamente punte di civetteria. 

Gentileschi Artemisia: pittrice (15931652). É probabilmente la più famosa tra le pittrici donne apprezzate dalla critica internazionale. Ricordiamo anche Sofonisba Anguissola (1531/2-1625), Fede Galizia (1578-1630) e Tamara de Lempicka (1890- 1980)-

Gerardini  Lisa dè: più nota come Monna Lisa o Gioconda. Che fosse realmente Lisa dè Gherardini, moglie sedicenne di Francesco Giocondo, mercante di sete e stimato uomo politico fiorentino, o piuttosto una delle giovani amanti di Giuliano de Medici, o chissà quale altra donna, non è importante. Leonardo la dipinse con l’intento di ricreare l’essenza di “cosa viva”, sfidando così la natura stessa, cercando di imitarla per arrivare a superarla. La Gioconda è una delle immagini più conosciute al mondo. Ci sorprende la totale assenza di arco sopraccigliare e l’intensa ombreggiatura delle palpebre.

Giocasta: figura della mitologia greca. L’oracolo di Delfi predisse che re  Laio sarebbe morto per mano del proprio figlio, che avrebbe sposato la propria madre. Giocasta abbandonò il proprio figlio, su una montagna e lo diede per morto. Il bambino fu però salvato e portato alla corte del re di Corinto dove ebbe il nome di Edipo. La profezia dell’oracolo si compì, Edipo uccise il padre senza riconoscerlo ed entrò in Tebe da eroe, avendo sconfitto la Sfinge. Giocasta riconoscente sposò Edipo e diede alla luce quattro figli. 

Gaga Lady: nome d’arte di Germanotta Stefani Joanne Angelina (1986), è una cantautrice, attrice e attivista americana. Conosciuta per i modi eccentrici e stravaganti, si è imposta nel panorama musicale sia per i suoi modi provocatori sia per le qualità delle sue performance. L’hanno definita una delle migliori interpreti pop del XXI secolo. 

Grimilde: (la regina in “Biancaneve e i 7 nani”). Obnubilata dal caparbio desiderio di voler essere la più bella del reame, mette in moto un tale e delirante piano che le  risulterà fatale. Ci domandiamo: ma lo specchio magico, non  avrebbe potuto farci proprio nulla? Per dare un volto a Grimilde, i disegnatori della Disney si ispirarono a Greta  Garbo e a  Marlene Dietrich.

H

Hatshepsut: (1490-1458 a.C.) Fu la prima regina faraone. Venne ritratta con la barba posticcia, attributo regale proprio dei faraoni e con sopracciglia e occhi allungati secondo la più classica iconografia egizia. Regnò per più di un lungo e prospero ventennio. Nota la spedizione a Punt (Somalia-Eritera) dalla quale riportò una gran quantità incenso, mirra, ebano e animali esotici.

Hayworth Rita: nome d’arte di Margarita Carmen Cansino, attrice (1918-1987 ).

Bellissima e fatale, nei suoi film come nella vita, conquistò il mondo meritandosi appellativi quale “Dea dell’Amore” e “Bellezza atomica” in un (triste) riferimento al potere sconvolgente dell’ordigno nucleare appena messo a punto dagli USA.  I suoi capelli rosso fuoco, dalle morbide onde a toccare le spalle, superano i tempi e le mode. Come il suo fascino immortale e il suo sorriso perfetto. 

Hepburn Audrey:  (1929-1993) salì alla ribalta internazionale per la sua  innata eleganza, come incantevole protagonista di Vacanze romane (’53), Sabrina (’54). Impose una nuova immagine della bellezza femminile in netto contrasto con le maggiorate fine anni ’50. Alberto De Rossi, storico maquilleur di Cinecittà creò per lei gli “occhi da gazzella” e le “sopracciglia ad ala di gabbiano”. Dal 1988 fu ambasciatrice dell’UNICEF e dedicò il resto della sua vita a difendere la causa dell’infanzia diseredata nel mondo.

Juburi: Amal al Juburi. Poetessa irachena: “illudiamo la nostra impotenza di essere ancora innamorati dai tempi della follia di Adamo…fino agli ultimi arditi baci”

K

Kandace: il termine indica le guerriere regine-madri di Meroe (Sudan, 300 – 300 d.C.) Raffigurate sempre in posizione paritaria rispetto ai consorti, indossavano elmo, armature e, al pari degli uomini, conducevano le truppe in battaglia (con sommo stupore dei Romani). Stradone parla della battaglia tra Romani e Meroiti: vinse la Candace. Dovevano essere anche molto belle credendo a Erodoto che sente parlare dei Meriti ad Elefantina (Egitto):

“Qui si trovano grandi quantità di oro, ed enormi elefanti ed ebano (…) e gli esseri umani sono i più belli del mondo, i più alti e i più longevi”.

I

Gli Egizi: Iside
Gli Egizi: Iside.

Iside: Una delle divinità femminili più importanti della storia dell’uomo. Il suo culto, uno dei più popolari, si diffuse Roma, in tutto l’impero fino all’etremo Nord Europa e verso Est. Da essa deriva la figura di “Maria con bambino”: La dea Iside, rappresentata con il piccolo Horus in braccio, avuto dal marito-dio Osiride, era simboleggiata dalla Luna, mentre il dio Osiride personificava il Sole. Così, come nella tradizione popolare cristiana si voleva che la Madonna si trovasse dietro la Luna e Dio dietro al Sole. Iside appare sempre con gli occhi ben delineati, allugati verso le tempie con un tratto geometrico e parallelo al disegno delle sopracciglia.

L

Levi-Montalcini Rita (1909 –2012), neurologa, accademica, Premio Nobel per la medicina nel 1986. Insignita anche di altri premi, è stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia accademia delle scienze. Nel 2001 è stata nominata senatrice a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”. È stata socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche e socia-fondatrice della Fondazione Idis-Città della Scienza.

Lisistrata: personaggio diuna commedia di Aristofane (450 a.C. c.ca – 388 a.C. c.ca)che venne rappresentata nella Atene del 411 a. C. “.E’ nota al grande pubblico per il celebre sciopero del sesso, con cui tutte le donne elleniche, convinte dall’ateniese Lisistrata, ricattano gli uomini affinché pongano fine alla guerra del Peloponneso che da lungo tempo travagliava la Grecia. Le donne riusciranno poi nel loro intendo, ma gli uomini non riconosceranno loro il merito del progetto politico. Si tratta di una delle più antiche commedie satiriche giunte fino ai giorni nostri.

Loren Sophia: al secolo Sofia Scicolone (1934). La sua prorompente bellezza ha influenzato anche la moda del trucco: lungola parte superiore e più esterna dell’occhio i truccatori eliminavano alcune ciglia per   ridisegnare un contorno più rilevato; sulla nuova linea aggiungevano ciglia finte creando occhi smisuratamente lunghi. Anche le sopracciglia spazzolate verso l’alto e ritoccate a trattini verticali influenzeranno le preferenze degli anni ‘60 e ’70.

M  

Maria: nome di donna. Forse il più noto e diffuso nei paesi di cultura cristiano-judaico-islamica. Non a caso è il nome della “madre di dio” e non a caso il nome dell'”Amata da Dio” (in forma di Spirito Santo) deriva dall’antico verbo egizio mr amare   e significa, per l’appunto, l’amata (Merit). Mery-Amon, diffusissimo epiteto di faraoni significa l’amato di Amon (Il “padre” degli dei). Da Mery-Amon a Meriam, a Mariama il passo è stato breve. Se poi pensiamo al Mery anglosassone sembrerebbe che il tempo si sia fermato!

Maria Antonietta: regina di Francia, moglie di Luigi XVI. (1755-1793. Durante la Rivoluzione francese, appoggiò la nobiltà più reazionaria e spinse il marito a rifiutare i compromessi proposti dai rivoluzionari più moderati. Imprigionata insieme al sovrano, fu giustiziata nel 1793. Possedeva una scatoletta bellissima di oro e smalto blu, dove costudiva le “mouches” ed il belletto. Leonard, il suo parrucchiere personale, creò le acconciature più stravaganti e fantasiose della storia. Tra le più celebre “la belle poule”: nave con tanto di alberi, vele e cannoni. Queste acconciature erano così voluminose che sembra non vi siano state porte sufficientemente alte peri passarci comodamente.  Per facilitare l’accesso alle carrozze, vennero inventate acconciature sgonfiabili che venivano prontamente rizzate appena la dama ne era discesa.

Mazzini Mina: cantantedi musica leggera(1940). Lanciò la moda delle sopracciglia rasate: nel ‘65 il truccatore Enrico Farina le studiò per “Studio 1”, importante trasmissione del sabato sera di quegli anni, un trucco carico che metteva in grande risalto gli occhi della cantante. Allo specchio, Mina si guarda soddisfatta e chiede: “e le sopracciglia come le facciamo?” “Perché non le togliamo”, risponde Farina. Da allora il volto di Mina è stato contrassegnato dall’assenza di sopracciglia. Pur creando un certo scalpore l’idea piacque e tra i sostenitori di questa moda ritroviamo tra gli altri: Rita Pavone, Patty Pravo, David Bowie, Elisabeth Arden e Fendi in alcune  campagne stampa). Anche Verushka e le Top Model di Vogue ed Harper’s Bazar di quegli anni, si rasero le sopracciglia. Anche Silvana Mangano fu una Giocasta senza sopracciglia nel film ”Edipo Re” di Pier Paolo Pasolini. Più recentemente  anche Whoopi Golberg e Kristen Mc  Menamy.

Mina: le donne nella storia
Mina: le donne nella storia.

Monroe Marylin: al secolo Norma Jean Baker, attrice (1926-1962). Considerata il simbolo della donna sexy, ancora oggi viene osannata come icona di un certo tipo di cinema hollywoodiano. Tipico il trucco degli occhi ideato da Whytnet: eye-liner disegnato “a pagoda” e ciglia artificiali applicate all’esterno per conferire allo sguardo la tipica espressione languida. Il suo sorriso consacrò il rossetto rosso a cosmetico-simbolo degli anni ’50.

Montez Lola: scrittrice (1821-1861) autrice di “L’arte della Bellezza”, vero best-seller  ottocentesco. La Montez disdegna il trucco e sostiene invece le terapie salutistiche cercando di far apprezzare la bellezza naturale  anziché quella procurata con mezzi artificiali.

N

Nefertiti: moglie di Ekhnaton, il celebre farone eretico (XIV secolo a.C.). Il suo nome significa ” La Bella è Giunta” o secondo altri “La Bella che Viene”. Il busto conservato a Berlino mostra uno stupefacente maquillage in perfetto stile fine anni ’60 con tanto di mezzaluna disegnata a metà palpebra.

Negri Paola: attrice ( 1897-1987)  Nata in Polonia fu la prima attrice europea  ad essere attratta da Hollywood, negli anni 20. Pare sia stata anche la prima star a indossare d’estate, i sandali sulle gambe nude e a usare lo smalto sulle unghie dei piedi. I suoi film in costume, sono stati fra i primi ad avere un grande successo anche negli stati uniti ma l’ascesa del sonoro mise fine alla sua carriera in America nel 1930.

Ofelia. Impazzita per amore del principe danese Amleto esiliato in Inghilterra, si lascia annegare. Nella scena I dell’atto III, Amleto dice rivolgendosi ad Ofelia: “ne ho sentite abbastanza anche sui vostri cosmetici: Iddio vi ha dato un volto e voi ve ne fabbricate un altro”.

Pandora: la prima donna mortale nella mitologia greca. Giunta fra gli uomini, spinta da una curiosità incontenibile, aprì un vaso dentro il quale erano stati racchiusi tutti i mali del mondo: ne uscirono così innumerevoli sventure che afflissero gli uomini nel corpo e nello spirito. Terrorizzata, Pandora lo richiuse prima che potesse uscire anche la Speranza, l’unica cosa buona contenuta nel vaso, e che avrebbe così potuto confortare l’umanità.

Paul Ru: drag queen americana (1969). La sua figura è paragonabile ad una Barbie platinata color caffellatte, alta due metri. Testimonialinternazionale di Mac cosmetici, Ru Paul presenziò all’apertura del primo negozio Mac in via della Spiga a Milano.

Pompadour M.m de: Jeanne Antoniette Poisson marchesa di P.(1721-1764). Favorita di Luigi XV. La futura marchesa di Pompadour, che diverrà la donna più potente di Francia, nasce da una famiglia borghese. Fin da piccola fu iniziata a diventare la favorita del Re e fu educata per supportare al meglio questo ruolo. La soprannominarono “Reinette” (Reginetta) e per tutta la vita lei sarebbe rimasta sempre Reinette de Pompadour. Si dice abbia speso il corrispondente di 60.000   Euro in profumi. Dopo aver ricevuto l’estrema  unzione, l’ultimo gesto, fu imbellettarsi il viso; poi chiuse  gli occhi e si addormentò per sempre.

Quiete: divinità allegorica dei Romani; presiedeva al riposo e alla tranquillità.

Quiateolot: divinità degli indigeni del Nicaragua. Presiedeva alla distribuzione delle piogge e quindi legata alla fertilità e alla rinascita. 

R

Rubinstein Helena: Imprenditrice e vestale della bellezza (1870-1965). Di origine polacca, ebbe l’idea  di mettere a disposizione  di tutte le donne le ricette ed i consigli di bellezza tramandati dalla sua famiglia. verso la fine dell’Ottocento, in un’epoca in cui raramente le donne abbandonavano la casa natia, a vent’anni, lasciò addirittura l’Europa per recarsi in Australia dove, con dodici barattoli di crema confezionati dalla madre, aprì il primo salone di bellezza. Pio a Londra, nel1908; a Parigi, nel1912; poi a New York, e infine, a Milano nel1924. 

Obama Michelle: ovvero Michelle Robinson(1964), prima donna afroamericana a ricoprire il ruolo di First Lady, moglie di Barack Hussein Obama, 44º presidente degli Stati Uniti d’America. 

Sabina Poppea: moglie dell’imperatore Nerone (50 d.C. c.ca), inaugurò la moda leggendaria del bagno nel latte di asina. 

Si ritiene che il latte d’asina elimini le rughe dalla pelle del viso e la renda mlorbida e bianca, e si sa che certe donne vi si curano le gote sette volte ogni giorno, facendo attenzione a questo numero

 Per rendere candida la pelle, usava la “popoeana pinguia“, una maschera di bellezza da  asportare con una grande quantità di latte. Il poeta latino Giovenale, fustigatore dei vizi della società romana, non le risparmiò i suoi strali asserendo che non avrebbe mai rinunciato ai suoi trattamenti  al latte: (…) si farebbe seguire da una mandria di asine anche se fosse mandata in esilio al polo artico.

Sabina Poppea: festa della donna.
Sabina Poppea: attraverso la storia delle donne.

Saffo: poetessa (612 a. C. -580 a. C). Di origine aristocratica visse e morì a Militane nell’isola di Lesbo. L’incanto dei suoi versi sta nell’assoluta naturalezza con cui si esprimono le vibrazioni sottili e tormentose dei sentimenti. In lei il tema dell’amore è dominante e viene raffigurato come forza che sconvolge i sensi e la mente, e che trova le sue occasioni poetiche nella gelosia o nella contemplazione della bellezza delle fanciulle; non mancano però versi dedicati alla natura, ad Afrodite o alla figlia Cleide e al fratello.“Ed Eros mi ha sconvolto la mente come un vento che si abbatte sul monte contro le querce”. L’amore è quindi causa di turbamenti, ma anche di accensione del desiderio:

Mi sembra pari agli dei quell’uomo che siede di fronte a te e vicino ascolta te che dolcemente parli e ridi con un viso che suscita desiderio. Questa visione veramente mi ha turbato il cuore nel petto: appena ti guardo un breve istante, nulla mi è più possibile dire, ma la lingua mi si spezza e subito un fuoco sottile mi corre sotto la pelle e con gli occhi nulla vedo e rombano le orecchie e su me sudore si spande e un tremito mi afferra tutta e sono più verde dell’erba e poco lontana da morte sembro a me stessa”.

Celebratissima fin dall’antichità, la sua figura fu presto avvolta da caratteri leggendari. Famosa è la leggenda del suo suicidio per un amore non corrisposto.

Sforza Riario Caterina (1463-1509)  moglie di. Gerolamo Riario. Autrice del noto “Experimenti” una raccolta la cui stesura la impegnerà per tutta la vita. Vi annota i suoi rimedi, con puntigliosa precisione. le ricette si susseguono in ordine disparato: “A far la faccia bella e colorita” , “A guarire li vermi de li putti”, “A far nascere peli e capelli”, “A guarire la sciaticha”: la cosmesi si mescola con l’alchimia, la magia con la medicina. Degne di nota  le Pezzette del Levante. ,”vecchie, grandi o piccole, secondo che le volete”, intrise di pigmento rosso. La necessaria vecchiezza della stoffa, ne garantiva la morbidezza al momento di passarle sul viso: essendo intrise di “Brasile de levante sottilmente raso”. E lo scortico una sorta di peeling ante litteram.

Caterina Riario Sforza
Caterina Riario Sforza @ web credits

Shub-ad: (2800 aC., c.ca), principessa mesopotamica. Nella sua tomba è stata rinvenuto il rossetto forse più antico della storia: una scatolina d’oro contenente una pasta fatta di polvere rossa, olio di sesamo ed essenza di rosa, con tanto di pennellino applicatore.

La principessa è nota anche per le ricche acconciature che sembrano  esprimere un desiderio di lucentezza, esteso anche al volto, come si accenna in un inno sacro alla dea Bada “colori che abbelliscono il volto, che in tal modo brillano al re, come il giorno splendente’. 

Taylor Elizabeth: attrice  (1932). Venne considerata una delle donne più belle nel mondo. Leggendari i suoi occhi “viola”. Oggi, molti la considerano l’ultima icona dorata di Hollywood. 

Theda Bara: nome d’arte di Theodosia Burr Goodman (1855-1955) attrice. Famosa per essere stata la prima vamp e il primo sex-symbol del cinema muto. Per prima interpretò Cleopatra. Il suo nome era l’anagramma di arab death: morte araba in inglese.

Trotula: (XII sec), medichessa. Personaggio di eccezionale rilievo in un mondo in cui il sapere sembrava fosse monopolio di pochi maschi. La sua fama era diffusa anche all’estero: si trovano  riferimenti perfino in Inghilterra sotto il nome di Dame Trot. Autrice di “De passionibus mulierum seu de remediis mulieribus”, la sua opera principale. Con i suoi scritti insegnava alle donne a curarsi seguendo prescrizioni a volte modernissime come i bagni nel mare e le sabbiature (ricomparsi solamente nell’Ottocento).

Alle donne troppo grasse consiglia un balneum de aqua marina et salsa. All’acqua venivano aggiunti i benefici effetti di piante che la scuola salernitana definiva calde: nepitella, assenzio, issopo, alloro. Seguiva poi una permanenza  nella stufa che erano annesse ai bagni per  sudare molto. Subito dopo il bagno un breve riposo a letto, per prudenza. In alternativa, come abbiamo già detto prescriveva abbondanti sabbiature caldissime  sempre con lo scopo di provocare un a copiosa  sudorazione. 

Tryphaena: compagna di Licha di Taranto. Personaggio del Satyricon di Petronio Arbitro. Grazie a questa “magnifica donna” scopriamo che nell’antichità romana venivano usate sopracciglia posticce come quelle che Trypaenia fa incollare dalla sua ancella sulla fronte di Gitone.

U

Udjat: divinità femminile egizia a forma di occhio truccato con la coda allungata, tipica dell’iconografia egizia. La popolarità di questo simbolo, deve essere dipesa dalla vitalità e dall’energia che molte culture riconoscono nell’occhio (l’occhio di Dio). Gli Egizi lo esaltarono sul piano cosmico.

V  

Veneziane: nel ‘700, tra le italiane erano quelle più apprezzate dagli stranieri. Famose per la loro carnagione e per i capelli biondi, forse affascinavano per quella piccola percentuale di oriente che scorreva nelle loro vene. Alla fine del secolo, così è la descrizione della donna veneziana:

“…è di una beltà rara, ha incarnato affascinante…ma non è né la pelle, né i tratti del volto che la caratterizzano. E’ l’espressione e la fisionomia: sono di una dolcezza estrema senza quella insipidità che così spesso accompagna le donne“.

J.J. De La Lande nel suo “Voyage en Italie” dice: “Le veneziane sono belle, così bianche….. vi sono molte più bionde che nel resto dell’Italia”.

E il C. De Brosses: ” In generale hanno tutte un bel colorito, la bocca piuttosto grande ma gradevole, i denti bianchi e ben disposti…..”

Purtroppo, questa grande ammirazione non era condivisa in toto dagli italiani. Questi versi satirici rivolti a Elisabetta Maffetti Dandolo sono del 1768.

Venere: dea della bellezza. (Come sarebbe stato possibile non citarla?)

Vreelan Diana de: (1906-1989) la più grande esperta di stile  e moda del XX secolo. Fashion editor per  vent’anni a Harpers’ Bazaar. Direttrice di Vogue e creatrice e ambasciatrice di mostre leggendarie presso il Metropolitan Museum di Arte e Costume.  

West Mae: (1893 -1980) attrice e star del musical americano. É stata inoltre il primo vero e proprio sex simbol del cinema. Fu la sceneggiatrice delle sue interpretazioni e volle sempre scegliersi i partner, raramente concessa ad un’altra attrice. Dotata di una piccante ironia e di curve sinuose che esibiva in pose languide e provocanti, fu maestra del doppio senso. E’ entrata nel firmamento cinematografico scandalizzando l’America perbenista e puritana del suo tempo.

Tre le sue battute più note, ricordiamo: “Cosa nascondi in tasca, una pistola o semplicemente sei felice di vedermi?” . E: “Quanto sei alto? – Un metro e settantanove, signora – Lascia stare i metri, parliamo dei centimetri.”. E:  “Dieci uomini stanno aspettando davanti alla mia stanza? – Oh Dio… mandatene a casa uno, stasera sono stanca!”. E: “A me piacciono solo due tipi di uomini: gli stranieri e quelli del mio Paese.”. E, infine: “Lei crede nell’amore a prima vista?- Non so, ma certo fa risparmiare un sacco di tempo”

Wittelsbach: Elisabetta Aurelia Eugenia, principessa di Baviera, più nota come Sissi.  Di rilievo il forte spirito di ribellione contro il cerimoniale di corte, evasione nel culto della bellezza, la sua ossessione per il corpo magrissimo, le sue grandi prestazioni nel campo dello sport e la sua passione per la poesia. 

X

 Xenoclea: Sacerdotessa di apollo a Delfo, protagonista di una forte contesa alla quale  solo Zeus potè porre fine.

Xilonen: divinità messicana del mais in germoglio. Nelle feste in suo onore, donne coi capelli sciolti compivano danze tra grandi banchetti. 

Y

Yuki Onna: genio cattivo (Giappone). Di natura femminile insidia i viandanti sperduti nelle tempeste di neve.

Zemyna: dea della terra onorata dagli antichi Lituani

Zihtuhis: divinità ittita. Aveva il compito di trasmettere  agli dei le preghiere degli uomini.

Zizelbog: dea della luna presso gli antichi slavi del sud. 

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