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MA QUELLA NON SONO IO!
Come sei come puoi essere, ovvero il gioco della trasformazione.
a cura di Stefano Anselmo.
“ma quella non sono io” detto guardandosi allo specchio dopo un bel trucco di trasformazione è proprio una enorme sciocchezza. Un’affermazione senza alcun fondamento in quanto, il trucco, non è una maschera che si sovrappone ai tratti naturali nascondendoli completamente, ma semplicemente li “elabora”. Cioè il risultato conseguito è dato da DUE elementi indispensabili e inseparabili: il trucco in sé, ovvero lo strato di colore applicato secondo un certo criterio, e la “struttura” sulla quale viene applicato il colore, la faccia. Quindi ciò che si ottiene da un maquillage, bello o brutto che sia, è SEMPRE la risultante della somma dei cosmetici più la fisionomia. E cambiando uno solo dei due “ingredienti” il risultato sarà un altro e non replicabile.
Il truccarsi è un’invenzione meravigliosa, un giocattolo per grandi, imprevedibile ed infinitamente vario, per il quale l’unica regola che conta è avere voglia di giocare.
Oggi sappiamo che per una donna è più facile essere bella: bastano un minimo di buon gusto, astuzia, intelligenza e, soprattutto, un sano e sincero desiderio di migliorarsi.
Una donna, non bellissima, può puntare sul fascino di una chioma fluente, da esibire con charme, o di belle gambe da “offrire” o lasciar scoprire…. e poi un modo di muoversi, di atteggiarsi e così via.
Non di secondaria importanza sono la simpatia, la cultura, il sex-appeal e un certo non so che di magico, tale da far dimenticare certi piccoli difetti ed evidenziare solamente i lati migliori; caratteristiche che concorrono notevolmente ad accrescere il fascino di una persona.
Essere belli o più belli aiuta sicuramente a stare meglio ed a sentirsi più felici. Ma, per carità, non prendiamoci troppo sul serio. Non lasciamo che sia solamente l’aspetto a condizionare il rapporto con gli altri: tutto sta nell’individuare i propri PUNTI DI FORZA.
A tale proposito, forse qualcuno tra i meno giovani, ricorderà una puntata di “Milleluci” (1974) con Mina, Raffaella Carrà e le Gemelle Kessler. In un piccolo sketch, ognuna di loro mostrava e descriveva cantando il punto forte del suo fascino. Mina, le mani; la Carrà, la pancia e l’ombelico (che in quegli anni manteneva regolarmente scoperto); e le Kessler, naturalmente, le gambe.
E poi, di non secondaria importanza è l’aspetto ludico. Il gioco delle trasformazioni che ci suscita sempre un grande interesse. E dà un senso anche a quel tocco di frivolezza indispensabile per insaporire un certo tipo di femminilità (consapevolmente), dolcemente svampita: “come mi sento oggi?
Come voglio essere questa sera: Dark, Vamp, Pin-up, Diva sexy anni ‘40, Misteriosa anni ’30, Sbarazzina anni ’60, Occhiona anni ’70?”
Ed è proprio sulla scia di questo afflato che ho deciso di incontrami con Alessia Tadolini, Andrea Manni e Daniela Petrini che sono venuti a Milano e, con l’amico e collega Marco Manfredini, abbiamo giocato al: “che cosa apparirà?” sulle spalle di Alessia che da truccatrice si è trasformata in modella…
Ecco il risultato del nostro incontro:
“Oggi”: abbiamo iniziato il nostro gioco delle trasformazioni con una Alessia alla sua maniera; come le piace essere: carrè scuro, cappello da uomo e trucco abbastanza marcato.
“Farfalle”: Alessia appare duplicata in più colori come una bucolica musa dell’Arcobaleno, circondata da allegre farfalle colorate e da mucche lontane che riposano pigramente adagiate nell’erba verde di un prato lussureggiante.
Il maquillage degli occhi è armonizzato col colore del corpo e le labbra sono truccate con un effetto marezzato multicolori.
“Deco”: un’immagine rigidissima; una virago post nazista che non lascia spazio a nessuna esitazione. Sopracciglia inarcate, occhi pesantemente ombreggiati e labbra quasi nere e cattive.
“Anni ’20”: in un contesto metafisico Alessia diventa una misteriosa pupa degli anni ruggenti.
Indossa una preziosa calotta di perline, tipica acconciatura dell’epoca; gli occhi sono abbondantemente ombreggiati a smokey eye effect, sopracciglia dal disegno languido, bocca ridotta e quasi nera che spicca sull’incarnato niveo.
“EPOCA”: Alessia è una diva anni ’40 che posa per la copertina della celebre rivista. I titoli avvisano che Alessia è fotografata da Andrea Manni e, più in basso, Isa Barzizza, diva dell’epoca, considerata una delle più importanti interpreti della rivista e del cinema italiani, è alla E.I.A.R. (l’Ente italiano per le audizioni radiofoniche, precedente la R.A.I.).
Gli occhi di Alessia sono truccati con lievi chiaroscuri, un preciso tratto lungo le palpebre superiori e ciglia artificiali intere. Le sopracciglia sono distanziate tra loro alla radice del naso e si “aprono” verso l’esterno del viso. Le labbra sono rosso scuro secondo i dettami più rigidi di quegli anni.
Personaggi e interpreti
La faccia è di Alessia Tadolini, truccatrice.
La foto è di Andrea Manni, hair-designer e appassionatissimo di fotografia; Acconciatura e accessori di Daniela Petrini per Andrea Manni ltd; Trucco Stefano Anselmo e Marco Manfredini.
Concept, ambientazione e ritocco digitale Stefano Anselmo.