Make up d'epoca: tutti I trucchi degli anni 10-20-30

Make Up d’Epoca: come ci si truccava negli anni 10-20-30

Make up d’epoca, scopriamo insieme le differenze tra quello anni 10-20-30

Il Make Up d’Epoca durante il XX secolo ha fatto realmente la storia e ha ispirato i più grandi stilisti di moda. Infatti, la moda di oggi è un po’ la risultante di ciò che fu dall’inizio del ‘900 fino agli anni settanta.
Oggi non esiste una moda vincolante com’era un tempo: vediamo stilisti proporre senza problemi look che contengono contemporaneamente elementi di più periodi. Viviamo insomma in una sorta di eclettismo, dove la moda del momento è la risultante di stili del passato.


In questo clima eclettico, dove il settore moda è il risultato di stili passati, un makeup artist professionista può imbattersi in una make up d’epoca. Quindi, se ha studiato la storia del trucco, non avrà alcuna difficoltà a ricostruire o riecheggiare un look retrò studiato in base alla tipologia della persona o della modella.

Make Up d’Epoca negli anni ‘10: quando nasce il trucco e la cosmetica

In tutto il ‘900, il trucco e la cosmetica hanno subìto importanti cambiamenti e ogni anno ha delle proprie caratteristiche ben definite.

Gli anni ‘10 del Novecento hanno rappresentato per il make up d’epoca un periodo molto particolare. Furono dominati esclusivamente da donne di spettacolo o di strada, molto disinibite o con una reputazione spesso equivoca. Il trucco per come lo intendiamo oggi nasce negli stessi anni della Prima Guerra Mondiale.
Finalmente il make up viene utilizzato, non solo per correggere eventuali difetti, ma per puro piacere personale. Tutto ciò è stato reso possibile grazie alla ricerca di:

  • Helena Rubinstein
  • Coty
  • Harriet Hubbard
  • Max Factor
  • L’Oréal
  • Elizabeth Arden

Le caratteristiche del trucco d’epoca degli anni ‘10

Ecco le caratteristiche principali del make up d’epoca degli anni ‘10:

  • pelle bianca e liscia, simbolo di un’elevata classe sociale, agiatezza e prestigio (le donne con la pelle più scura lavoravano nei campi e all’aria aperta)
  • creme o lozioni sbiancanti a base di estratto di limone per il viso
  • crema lievemente tonalizzata solo per guance, occhi e labbra, poi tamponato con della carta assorbente

L’inventore del fondotinta moderno: Shiseido e Max Factor

Nel 1906 Shiseido ha lanciato l’innovativa polvere per viso color carne. Essendo a base di oli, permetteva di aderire meglio alla pelle e di mantenere così il suo effetto uniformante e levigante più a lungo. Veniva utilizzato anche da donne non facenti parte dello spettacolo o che non svolgevano mestieri particolari. Fu infatti il primo cosmetico universale, un primo passo verso il fondotinta moderno. Successivamente, nel 1914, Max Factor inventò un cerone in crema ultrasottile e flessibile sulla pelle. Questo era sviluppato in ben 12 sfumature di colore per adattarsi al meglio ad ogni tipo di incarnato: nacquero così i fondotinta colorati come li conosciamo oggi.

Make-up look del 1910 in ricordo dell'invenzione del fondotinta moderno di Max Factor

Dal 1910 in poi, grazie alle rivoluzione nel mondo della moda e nel make up, nacquero nuovi saloni di bellezza e case cosmetiche come ad esempio l’Orèal. Verso la fine degli Anni ’10, Gordon Selfridge lanciò a Londra i primi banchi di cosmetici. Questo perchè le donne iniziarono a creare colori fatti in casa. Quindi le prime case cosmetiche cominciarono ad offrire la possibilità alle clienti di provare i preparati prima dell’acquisto.

Make Up d’Epoca negli anni ‘20: un’esigenza nata dal cinema in bianco e nero

Negli anni ‘20, il cinema in bianco e nero, avendo già raggiunto una certa diffusione, portava alla gente immagini di donne sofisticate e misteriose che subito divennero modelli da imitare. Il make up d’epoca usato dagli attori del cinema altro non era che la risultante di specifiche esigenze imposte dalla qualità della pellicola cinematografica non ancora ottimale.

All’epoca si usava una pellicola ortocromatica che non riusciva a catturare le sfumature di colore ed in particolare non era sensibile al rosso, e trasformava i gialli e i rossi in nero e i blu in bianchi. La pellicola non rendeva in maniera perfetta le tonalità del grigio ma piuttosto contrastava l’immagine riproducendo meglio le tonalità vicine al nero e al bianco. Essendo il cinema muto, il pubblico doveva poter leggere il dramma e le emozioni direttamente sul viso dell’attore, per capire ciò che stava avvenendo sullo schermo. Di conseguenza i punti chiave dell’espressione del viso – occhi, sopracciglia e bocca – venivano fatti risaltare col trucco, con molta evidenza sulla pelle schiarita.

Il trucco negli anni ’20


A quei tempi il trucco era piuttosto rudimentale. I truccatori non avevano messo a punto quelle tecniche più sofisticate che solo 10 anni dopo avrebbero consentito di modellare il volto delle attrici con sapienti chiaroscuri.
Ciò che nacque da un’esigenza tecnica, si trasformò in una moda che durerà decenni. Come abbiamo visto, le pellicole registravano con difficoltà i rossi. L’unica tonalità che veniva “letta” bene era di un rosso molto scuro; un bordeaux quasi nero, che presto si trasformò in una moda irrinunciabile. Questo disegno di labbra dalle dimensioni minime, piccole e vezzose, tali da ricordare un bocciolo di rosa, oggi fa sorridere ma all’epoca costituiva una grande attrattiva. Le sopracciglia dalla linea spesso discendente conferivano al viso un’espressione un po’ mesta e un po’ sofferta. Gli occhi venivano sapientemente bistrati di scuro, perlopiù nero e blu scuro.

Il trucco aveva frequentemente un aspetto un po’ sfatto, sfumato ampiamente sulle palpebre inferiori fino a formare una specie di occhiaia, testimonianza del tormento interiore causato da una vita, o difficile o, viceversa, dissoluta. Il cinema dell’epoca infatti narra con una certa frequenza di donne lussuriose e di maliarde ai piedi delle quali gli uomini cadevano perdutamente innamorati.

La storia del make up degli anni '20
Make up d’epoca anni ’20 – Foto Claudio Marfurt

Vigeva un’idea di donna segnata dal proprio destino che si riallaccia in un certo senso a quella più antica del romanticismo ottocentesco quando il trucco era cosa solo delle donne di malaffare. Quelle di buona famiglia, le più colte restavano spesso alzate leggendo fino a notte inoltrata per sfoggiare l’indomani un elegante aspetto stanco e un po’ consunto ostentando un certo distacco verso il cibo e la “fisicità” in genere. Erano gli anni dei “mancamenti”; le signore svenivano perché, strette nei loro busti, i polmoni non venivano ossigenati a sufficienza e la tubercolosi dilagava. Questa “aria esausta”, un po’ sofferente, rappresentava però un pregio, una prerogativa delle donne alla moda.


A questa idea di sofferenza interiore si sovrappose quella delle sofferenze causate da una vita dissoluta che caratterizzò molti personaggi interpretati dalle grandi star del muto.
Con l’efficientismo, la donna acquistò una nuova coscienza di se stessa e maggiore indipendenza all’interno della società. Ciò permise grandi innovazioni nella moda: gonna sopra il ginocchio, capelli corti come quelli di un ragazzo (alla garçon), calottine corte, occhio bistrato. Questa era la gioventù che danzava al frenetico ritmo del charleston.
Prima del 1914, gli attori si truccavano da soli utilizzando i cosmetici usati per il trucco di teatro. Questi però, risultavano inadatti alla pellicola: con le forti luci dei set, il trucco si screpolava lasciando tracce visibili sul viso. Poi, grazie all’invenzione del fondotinta di Max Factor, con 12 tonalità, il make up anni 20 risultò efficace e più naturale.

Make Up d’Epoca negli anni ‘30: le caratteristiche principali

L’avvento del sonoro segnò il declino delle stelle hollywoodiane che sfortunatamente non avevano una bella voce; altre, come Greta Garbo e Marlene Dietrich, dotate naturalmente di una voce calda e sensuale, videro crescere notevolmente la loro fama.
Negli anni ‘30 i truccatori erano già abilissimi: il trucco ricreava il viso, lo modellava e lo abbelliva, ma soprattutto, era studiato “su misura”. Creava là dov’era possibile un maquillage esclusivo, cosa che contribuì a valorizzare volti considerati irripetibili, come ad esempio, quello di Greta Garbo: lo stile dei suoi abiti, delle acconciature e del trucco era studiato per meglio mettere in risalto i suoi pregi e le sue caratteristiche positive: divenne presto una moda che le altre donne tentavano invano di imitare.

Il trucco epoche negli anni '30
Make up d’epoca anni ’30 – Foto e trucco Leila Valentino – Foto Edoardo Maggi

Per questo motivo talvolta sentiamo dire che oggi nel cinema non ci sono più le facce di un tempo. Oggi infatti, non sono più le attrici a creare la moda, ma anche loro la subiscono proprio come le donne comuni.
Negli anni ‘30 ci fu una radicale evoluzione dell’ideale femminino. La donna fragile e sofferta degli anni ‘20, si trasformò in una donna forte, calcolatrice e fredda. A procurare questo cambio di tendenza furono le condizioni socio-economiche e politiche: la Prima Guerra mondiale, la crisi del ‘29, ecc.

 Le caratteristiche principali del trucco d’epoca degli anni ‘30

Il trucco subì un cambiamento radicale, vediamo nel dettaglio le principali modifiche:

  • uso di correzioni chiaroscurali
  • per il colore del fondo si optò per tonalità più rosso-terracotta che, in bianco e nero, offriva una maggiore plasticità dei volumi del viso.
  • grandi palpebre con sopracciglia assottigliate all’inverosimile o eliminate completamente per ridisegnarle più in alto e con una forma ritenuta più elegante e arrotondata
  • sulle palpebre superiori una linea scura mai troppo grafica ne delineava i contorni
  • le palpebre erano rese profonde e misteriose da abbondanti ombreggiature o da profonde mezzelune
  • le palpebre inferiori erano poco truccate
  • il mascara era molto utilizzato
  • utilizzo di ciglia artificiali
  • sugli occhi lo scuro era concentrato sulle palpebre superiori che talvolta venivano ampiamente ombreggiate dalla base delle ciglia alle sopracciglia

Ecco invece 2 scoop della storia del trucco:

  1. Marlene Dietrich, ad esempio, le depilava ridisegnandole con un segno esilissimo modificandone la forma in ogni film.
  2. Greta Garbo invece, aveva un arco totalmente naturale e per di più leggermente asimmetrico, il ché rendeva lo sguardo più espressivo e conturbante.

Il make up nella storia: come si truccava Greta Garbo

Il trucco adottato da Greta Garbo segnava pesantemente la piega della palpebra superiore con un tratto di matita scuro ripescato nella storia del costume antico. Infatti, andando indietro nel tempo, ritroviamo questo modo di truccarsi gli occhi su certi affreschi d’epoca romana o del Fayyum e, andando ancora più indietro, addirittura sul busto di Nefertiti, regina d’Egitto, oltre che su altre opere meno famose sempre dall’Antico Egitto. L’idea della mezzaluna a metà palpebra fu anche l’elemento centrale del make up ‘60s della seconda parte. La caratteristica della Garbo, oltre a questo segno a metà palpebra, era la linea fortemente discendente degli occhi; tendenza peraltro piuttosto diffusa durante tutto il periodo ‘20-’40.

Le principali differenze del trucco d’epoca anni ‘20 e ‘30 e i cambiamenti nella storia del trucco

In quegli anni le tecniche del trucco si erano molto evolute e i truccatori avevano imparato a “plasmare” il viso con sapienti chiaro-scuri: le guance venivano incavate da un’ombra, il naso modellato ponendo sul dorso un colore traslucido (oggi diremmo “illuminate”) e ombreggiandone i lati per sfilarlo. Frequente l’uso del chiaro lungo il bordo inferiore degli occhi per ingrandirli.


La resa della pellicola era notevolmente migliorata ma era sempre in bianco e nero. Ora, è risaputo che il rosso, rispetto ad altri colori, si trasforma in una qualità migliore di grigio. Per questo motivo durante gli anni del cinema e della televisione e della fotografia in bianco e nero, venivano usati fondotinta molto rossicci. I fondi usati negli anni ‘30 non erano chiari come quelli del periodo precedente, come comunemente si crede; infatti il chiaro applicato sul bordo palpebrale inferiore, creava un contrasto molto evidente possibile solo attraverso una rimarchevole distanza tonale tra matita e fondo.
La bocca, truccata esclusivamente di rosso, più o meno scuro a seconda dei casi, aveva assunto dimensioni più naturali. Non si pensava ancora a una bocca carnosa, come vedremo nel periodo successivo, e nemmeno si tentava di proporre il disegno esageratamente ridotto del periodo precedente. Le labbra persero la forma a cuore degli anni ‘20 a favore di un disegno sempre morbido ma di dimensioni più naturali e meno caricaturale.

Il trucco delle labbra negli anni '20-30
Il trucco delle labbra negli anni ’20-30

Conclusione

Fortunatamente negli anni ‘80 si raggiunse un traguardo importante: una crescente maturità permise alla donna di vivere una nuova dimensione della moda, intesa come libera espressione di sé e del desiderio di migliorarsi. Oggi, infatti, ci troviamo in pieno eclettismo degli stili; viviamo cioè una mescolanza stilistica che ci permette indifferentemente di “accettare” una donna abbigliata retrò anni ‘50, con scarpe, magari, di sapore anni ‘70 e con un’acconciatura ispirata al ‘30.


In questo modo la donna può valorizzarsi facilmente, puntando sui suoi punti di forza che la fanno sentire bella e a proprio agio: il viso, i capelli, le mani, il fisico.
In altre parole oggi, grazie alla grande contaminazione degli stili, essere belle è più facile.
Diversamente, un tempo, la moda era estremamente rigida; quando, ad esempio, si usava il rossetto rosso, il rossetto doveva essere rosso e l’unica alternativa era quella di non metterlo. E ciò valeva per la lunghezza della gonna, le dimensioni della borsa, la lunghezza dei capelli, ecc. Oggi, fortunatamente, per tutti, non è più così.

Se vuoi approfondire questi argomenti e il mondo del make up è la tua vocazione più forte, non perderti la lettura dei libri della collana sul trucco storico disponibili online che raccontano la storia del trucco e dei cosmetici dall’antichità ai giorni nostri.

“Ridete e non piangete, altrimenti la bellezza vi abbandonerà presto”

cit. Colette